Teatro

In Cordis et Organum Laudate Deo

In Cordis et Organum Laudate Deo

Anche l'organo trova spazio al Cantiere d'Arte di Montepulciano, edizione 2016

Può una piccola chiesa nel contado di Montepulciano celare un piccolo segreto, sconosciuto ai più? Certo che può. Ed il segreto è quello di custodire al suo interno un antico e singolare organo cinquecentesco, le cui canne sono state realizzate interamente in legno. Ora, al mondo sembra che di strumenti come questo, un tempo abbastanza diffusi, ne esistano attualmente solo due, ed entrambi di fattura italiana. Uno si trova nella Silbernekapelle di Innsbruck – quella dove si ammira il celebre cenotafio bronzeo di Massimiliano I° - ed ha canne costruite in legno di cedro; però è stato per così dire 'aggiornato' nel tempo aggiungendo dei soprani di metallo. L'altro stumento possiede solamente canne realizzate in legno di cipresso, appare ancora integro come in origine, ed è conservato nella barocca Chiesa di Santa Maria delle Grazie, edificata alla fine del '500 ad un chilometro circa dalle mura di Montepulciano.

Lo strumento, di discrete dimensioni, è collocato sulla cantoria settecentesca all'interno di una cassa della stessa epoca, situate entrambe sopra la porta d'ingresso dell'edificio sacro. Con ogni probabilità l'organo fu qui portato dal non lontano convento di Sant'Agnese, sito alle porte della città poliziana; cenobio dove tra il 1713 ed il 1717 dimorò Agostino Buratti, noto organaro dell'ordine domenicano, uso a costruire strumenti impiegando solamente legno. Dato che attualmente in Sant'Agnese si trova, e da molto tempo, un altro organo di fattura posteriore, lo strumento più antico - realizzato con buona probabilità proprio dal Buratti - potrebbe essere stato qui trasportato per essere inserito nella fastosa cassa lignea messa in opera tra il 1765 ed il 1766 da Carlo Maderno Speroni, ricca di rilievi plastici e dorature tipici dell'epoca, sulla quale spicca incartigliata in alto la scritta «In Cordis et Organum Laudate Deo».

Restaurato con estrema attenzione una trentina d'anni fa, rimuovendovi alcune aggiunte incongrue, l'organo burattiano possiede una tastiera a 45 tasti ed una piccola pedaliera a leggio a nove note; i registri non sono ovviamente molti, come d'uso all'epoca (Principale, Ottava, Decima quinta e nona, Vigesima seconda e nona, Flauto in ottava, in duodecima e in decimaquinta). Azionato da un sistema di trasmissione interamente meccanico, il materiale fonico è come già detto interamente composto da canne di legno cipressino, per la maggior parte dell'epoca risalenti al momento della sua realizzazione: quella più lunga – qualcosa meno di due metri e mezzo - rispondente al DO 1 del Principale, la più piccola alta soli pochi centimetri.

Quello che risalta subito, è l'eccezionale qualità del suonodi questo antico strumento,estremamente caldo e intenso; quel suono luminoso ed esaltante che, rispetto alle normali canne in metallo, le canne in legno sanno subito fornire all'ascolto. Qualità preziosa, saggiamente esaltata da Massimiliano Grassi, organista duttile e raffinato, in un concerto tenutosi domenica 24 luglio, nell'ambito del 41° Cantiere d'Arte di Montepulciano. Nella navata di Santa Maria delle Grazie, affollata da un numeroso pubblico nonostante l'ora meridiana inusuale dell'esibizione – ora insolita per altri festival, forse, non certo per il Cantiere -  sono risuonate musiche sei-settecentesche di Bernardo Pasquini, Domenico Zipoli, Gerolamo Frescobaldi, Bernardo Storace, G.B. Martini; nonché di G. F. Händel (tratte dai Twenty Pieces for a Musical Clock) e C. Ph. E. Bach (tratte dai Zwölf Stücke für flöten un Harfenuhren). Da questi ultimi brani lo spunto per il titolo assegnato al programma,"Musiche per orologi ed organi automatici.". 

Per gli appassionati d'organo, altro appuntamento domenica 31 luglio, sempre alle 12.30, altro concerto dallo stesso titolo con l'organista Dagmar Lübking.